Esercizi da fare al lavoro

Durante le giornate lavorative capita a tutti nella propria vita di aver avvertito l’esigenza di staccarsi da tutto, abbandonare immediatamente la propria posizione e concedersi un attimo di tregua per dare sollievo al proprio corpo “ingabbiato” in una postura spesso scomoda o comunque scorretta.

Fare ginnastica e stretching sul posto di lavoro sarebbe un’attività talmente utile nella prevenzione e la risoluzione di molti dolori comuni, che andrebbe inserita come prassi nel contratto di lavoro, ma purtroppo non è così, e molto spesso ci abbandoniamo alla pigrizia “spaparanzandoci” sulle nostre sedie davanti al pc, o rimanendo chinati per molto tempo, intenti nel completare il frenetico lavoro, ci dimentichiamo di curare il nostro corpo.

Che esercizi fare in ufficio?

Domanda tanto interessante quanto variabile che non può non partire da un’analisi del tipo di attività lavorativa che si esegue, analizziamo caso per caso:

Lavoro sedentario

La postura in continua flessione comporta sicuramente molti danni, soprattutto alle strutture passive della colonna (dischi intervertebrali, tessuto connettivo e legamenti) fra cui:

  • Rischio Maggiore di Erniazione
  • Accorciamento della muscolatura Ischiocrurale
  • Accorciamento dei flessori dell’anca
  • Atteggiamento di retroversione del bacino (accorciamento della catena posteriore in toto)
  • Intrarotazione delle spalle
  • Anteposizione del capo e accorciamento muscolatura cervicale posteriore

Cosa fare?

L’obbiettivo sarà dunque il ripristino della fisiologica curva lombare e della lunghezza della catena posteriore attraverso mobilizzazioni ed allungamento.

Esercizi consigliati

  • Cat Stretch
  • Hip Flexor stretch
  • Mobilizzazioni del bacino in piedi
  • Mobilizzazioni cervicali
  • Mobilizzazioni tronco
  • Punte sui Glutei
  • Good Morning
  • Stretching Ischiocrurali
  • Retropulsione del mento al muro
  • Extrarotazioni delle braccia
  • Candeliere al muro
  • Bird dog
  • T spine rotation

Lavoro in piedi o pesante

La lordosi è il nostro strumento di lotta contro la gravità, nei lavoratori pesanti potremmo spesso trovare un accentuazione di tali curve.
I lavori fisici espongono maggiormente a rischi per la struttura ossea della colonna a causa delle forze compressive e di taglio alle quali siamo sottoposti:

  • Osteoartrite
  • Stenosi del canale vertebrale posteriore
  • Intrappolamento nervi
  • Infiammazioni muscolari lombari
  • Molti dei danni sono spesso dovuti alle rotazioni con sovraccarichi eseguite in modo sbagliato.

Esercizi consigliati

  • Allungamento Quadrato dei lombi
  • Allungamento flessori dell’anca
  • Allungamento piriforme
  • Retroversione e allungamento
  • Cat stretch
  • Extrarotazione spalle
  • Controllo e attivazione core: Bird dog\Plank\Bear Walk\
  • Push e Pulling di carichi con corretto assettoi
  • Rotazioni rispettando la fisiologia articolare (chop)
  • Esecuzione corretta di Squat\Stacco per il sollevamento carichi
  • Esercizi di Allungamento globale decompensato

Come e quando fare esercizio in ufficio

Evitare massima flessione ed estensione

Importante sapere che tutti quegli esercizi che esasperano un movimento portandolo al proprio massimo, sia esso in Flessione che Estensione sono la cosa più nociva per la colonna, ed è proprio quando si entra in quei range di movimento che ci si infortuna.

Alzarsi e incominciare gradualmente

A causa di quella che viene chiamata “memoria spinale” , ovvero la tendenza del tessuto connettivo che riveste la colonna a rimanere in una determinata configurazione a lungo mantenuta, che può durare anche 30 minuti, è fortemente sconsigliato passare immediatamente da una postura flessa ad una estesa (motivo per cui gli atleti che riposano in panchina e poi rientrano subito in campo rischiano molto!) ma moderare il passaggio e intervallare spesso le due posizioni.

Attenzione al mattino

Non mi stancherò mai di ripeterlo, a differenza di quanto viene proposto da molti tecnici poco provveduti, è bene sapere che al mattino i dischi all’interno della nostra colonna, essendo più idratata, esercitano una pressione idraulica maggiore del 300%,  che aumenta lo stress legamentoso dell’80%!
Meccanismo che, se sottovalutato, espone a un ischio di erniazione maggiore appunto di ben 3 volte.

Ricapitolando

  • Eseguite piccoli circuiti di esercizi ad intervalli di tempo prestabiliti tra loro
  • Eseguite posture e movimenti che combattono le vostre posture viziate
  • Prestate la massima attenzione e gradualità nel cominciare la ginnastica
  • Evitate di eseguire esercizi estremi la mattina
  • Evitate di eseguire esercizi in iperflessione o iperestensione
  • Imparate a gestire i carichi ed il vostro corpo attraverso un allenamento costante della muscolatura addominale profonda
  • Per quando la pressione intraddominale (IAP) sia annoverata come fattore di prevenzione, dovreste riuscire ad allenare la vostra schiena a prescindere dall’atto di respirazione.

 

Matteo di Cuffa – Posturologo

Alimentazione e influenza

La stagione dell’influenza sta per arrivare al suo apice. Nelle prossime settimane buona parte degli italiani – si parla di più di 4 milioni – saranno alle prese con i sintomi, più o meno fastidiosi. Poi l’influenza piano piano diminuirà il suo impatto, all’avvicinarsi della primavera.

Per chi si allena intensamente, il rischio di influenza è anche maggiore. È infatti dimostrato che gli atleti e gli sportivi in genere contraggono infezioni con frequenza spesso superiore rispetto agli individui sedentari o che si allenano blandamente.

Dopo una sessione prolungata o particolarmente intensa infatti può verificarsi una momentanea depressione dell’attività del sistema immunitario, che lascerebbe aperta una finestra di opportunità per molti agenti infettivi (fra cui il virus dell’influenza) e aumenterebbe di conseguenza il rischio di contrarre un’infezione.

Questi effetti sono mediati dall’azione del cortisolo e di alcune citochine ad azione infiammatoria.

La carenza di riposo e sonno e una nutrizione inadeguata possono aggravare il quadro.

D’altra parte si sa con certezza che la nutrizione corretta può fare la differenza in positivo prima, durante e dopo l’influenza, migliorando l’impatto, il decorso e i postumi delle sindromi infettive.

La chiave è evitare le carenze nutrizionali. Infatti un’adeguata nutrizione, soprattutto un apporto di proteine, minerali, vitamine e, in genere, energia, permette al sistema immunitario di esprimere il suo massimo potenziale. Ricordiamo che lo stato nutrizionale non migliora – così come non peggiora – in pochi giorni, ma è opportuno avere una base sana e costante di buona alimentazione, dal momento che sono le carenze croniche ad indebolire le funzioni corporee in genere.

I nutrienti probabilmente più importanti da fornire al nostro corpo sono le proteine, la cui carenza si riflette direttamente sul sistema immunitario, in maniera ancora più forte se anche l’apporto energetico in genere risulta insufficiente, come si verifica spesso nelle dieta a basso apporto di carboidrati (scarico di carboidrati, molte dieta di definizione, diete chetogeniche). La restrizione alimentare unita all’allenamento intenso può ridurre l’attività immunitaria in tempi molto più brevi di quanto in genere si immagini.

Anche i micronutrienti – vitamine e minerali – giocano un ruolo chiave. Citiamo qui il ferro, lo zinco , la vitamina C, le vitamine B6 e B12.

In generale però la carenza di anche un solo micronutriente può indebolire il nostro sistema energetico. Un’alimentazione varia, con cibi freschi, biologici, del territorio, può fornire in teoria tutti i nutrienti, ma se si è in restrizione calorica per qualunque motivo, nel periodo immediatamente precedente il picco influenzale si può pensare a un buon integratore multivitaminico e multiminerale, anche ricordando il fatto che a volte le infezioni, oltre ad essere l’effetto di una malnutrizione, ne sono anche causa, dal momento che possono sopprimere l’appetito fisiologico, diminuire l’assorbimento dei nutrienti e facilitarne la perdita.

Infine ricordiamo alcuni sostanze che possono essere impiegate in questo periodo, per aiutare il nostro sistema immunitario.

  1. Carboidrati: la loro integrazione nella dieta porta a minori livelli di cortisolo in circolo, specialmente se si mantiene un livello ottimale di idratazione corporea.
  2. Acidi grassi polinsaturi: regolano in maniera diretta la funzione infiammatoria.
  3. Vitamina C e vitamina E: è nota la loro azione antiossidante e, soprattutto per la vitamina C, l’azione di controllo sui picchi di cortisolo – ricordiamo che il cortisolo, oltre i livelli fisiologici, sopprime l’attività del sistema immunitario, aprendo la strada a possibili infezioni.

 

Andrea D’Alonzo – Biologo Nutrizionista

Esercizi per gli addominali bassi? Non esistono!

Quando si parla di addominali, avrete sicuramente sentito nominare gli addominali bassi che, in realtà…non esistono!

Quante volte, parlando di addominali, avete sentito nominare gli addominali bassi?
Ci dispiace deludervi ma gli addominali bassi non esistono.
La distinzione tra fascia addominale alta e fascia addominale bassa è un’invenzione di istruttori non pienamente competenti o che, forse, non hanno aggiunto uno studio accurato dell’anatomia alla propria preparazione atletica.

Da dove nasce la convinzione che esistano gli addominali bassi?

La distinzione tra addominali alti e addominali bassi è una leggenda metropolitana – totalmente fake – che circola nella maggior parte delle palestre esistenti.
Ma da dove nasce questa convinzione – per altro, molto lontana dall’anatomia reale del nostro corpo?

Una spiegazione plausibile parte dall’assunto base secondo cui ad allenamento corretto e regolare corrisponde una riduzione della massa grassa, in favore di quella magra. La prima zona a risentire visibilmente degli effetti di una corretta attività fisica è la fascia addominale superiore; mentre, di sovente, la parte bassa dimagrisce più difficilmente.
Da qui, la tipica frase dei personal trainer: “Devi allenare di più gli addominali bassi!”.

In realtà, se vogliamo guardare alla questione da un punto di vista strettamente anatomico, il rectus abdominus è un muscolo unico che parte dallo sterno e si inserisce nella zona pubica: è impensabile, quindi, che possa contrarsi solo in parte; o si contrae, o non si contrae.

Conseguentemente, è impossibile che esistano degli esercizi utili ad allenare una sola parte di questo muscolo.

Se non alleno gli addominali bassi, cosa alleno?

Se gli addominali bassi non esistono, allenerete, quindi, l’intero retto addominale.

Dite “NO!” a schede miracolose che prevedono chissà quali esercizi – insensati e spesso dannosi – per una zona del corpo che nemmeno esiste realmente: molti di questi agiscono, in realtà, sull’ileo-psoas, stimolandolo a tal punto da accorciarne la lunghezza – e causando situazioni di iper-lordosi.

Ci sono poi quelli che propongono la combo letale di bicicletta, sforbiciata e sollevamento gambe.
Il primo è chiamato così perché simula il movimento della pedalata e agisce su addominali – tutti, non bassi – e glutei; la seconda, prevede il sollevamento di un arto inferiore per volta, lentamente, fino a formare un angolo da 90 gradi; infine, i sollevamenti si fanno con entrambe le gambe, contemporaneamente. Anche in questo caso, siamo spiacenti: stiamo allenando tutto il retto addominale.

Come togliere la pancetta?

Un modo per perdere massa grassa accumulatasi nella zona addominale è svolgere una buona attività fisica, volta al raggiungimento di obiettivi specifici concordati con un personal trainer serio, preparato e che abbia conoscenze base anche in ambito medico e anatomico.
Alcuni esercizi, poi, sono più utili di altri. Ne citiamo due di esempio:

  • il plank, è molto duro – ma molto efficace – e consiste nell’appoggiarsi sui gomiti, partendo in posizione da flessione, con il corpo bene in asse e gli addominali contratti;
  • il v-up, che prevede la formazione di una vera e propria V, a gambe tese e le braccia dietro le orecchie, in sollevamento.

Senza volerci ripetere, all’attività motoria va affiancata un’alimentazione sana priva di grassi, zuccheri, farine raffinate e alcolici: gli strappi alla regola sono concessi – non siamo eccessivamente severi – ma la quotidianità deve seguire regole salutari – se si vuol perdere massa grassa e gonfiore addominale.