Questi giorni di paura e di stasi forzata mi offrono il pretesto per affrontare il tema della programmazione dell’azione e del valore dell’immaginazione nel processo motivazionale e di “decision making”.
Se da un lato è vero che la nostra è una specie progettata per l’evitamento di “guai” di breve periodo piuttosto che per la progettazione di successi di medio-lungo periodo, è altrettanto vero che questo processo può essere indotto e potenziato, se sappiamo come farlo.
La nostra intrinseca capacità di gerarchizzare le attività quotidiane porta ciascuno di noi a privilegiare (non analizzeremo qui i motivi) lo svolgimento delle attività pratiche e meccaniche, rispetto a quelle speculative e, soprattutto, rispetto a quelle immaginative.
La nostra coscienza, in altre parole, si occupa prevalentemente di gestire ciò che è in atto piuttosto che di immaginare ciò che è in potenza.
Ora, credo, è possibile sfruttare a nostro vantaggio questi giorni di stop e di diminuzione delle impellenze pratiche per dare luogo alla circostanza opposta, fornendoci la possibilità di spostare l’attenzione sulle facoltà prospettiche ed immaginative.
Questo, oltre ad essere un divertentissimo “gioco di evasione” si rivela uno strumento formidabile che ci rivela i nostri sogni ed i nostri desideri.
Impariamo dalle scienze cognitive che la motivazione si innesca a partire da un bisogno e che il bisogno ha un sostrato emozionale (quando non riguarda i bisogni primari di soddisfacimento estemporaneo).
Questo vuol dire che la determinazione con la quale perseguiamo un obbiettivo è direttamente proporzionale all’intensità dell’emozione associata all’immagine del risultato.
Lo strumento più potente a nostra disposizione per scoprire e potenziare i nostri desideri è la visualizzazione.
Immagina ciò che desideri, può essere l’attività professionale che vuoi costruire, lo stato di forma fisica che sogni di ottenere, la sfera sociale che desideri alimentare o il viaggio che sogni di fare. Ora immergiti nell’immagine e riempila di colori, di luce e di suoni gradevoli, respira e lascia che prenda forma, anche a lungo se serve.
Visualizza (“visualizza”, bada bene, non “pensa”) la scena che ritrae il risultato, immagina cosa proverai quando lo avrai ottenuto, il senso di soddisfazione, di stima per te stesso ed il riconoscimento sociale che otterrai, potenzia l’emozione ed impara a richiamarla alla mente ogni volta che vuoi, così che alimenti giornalmente la tua motivazione.
Ripeti la visualizzazione di giorno in giorno, più volte al giorno se vuoi ed osserva la tua immaginazione evolvere.
Ad un certo punto ti accorgerai con sorpresa che l’immagine dell’obbiettivo, densa di emozioni positive, inizierà ad indurre delle azioni pratiche, funzionali alla realizzazione dell’obbiettivo stesso!
Se avremo svolto correttamente e con divertimento l’esercizio nei giorni che ci separano dalla libertà, torneremo alla normalità molto meglio di prima, carichi di motivazione e chiari negli intenti, proiettati verso i nostri obbiettivi autentici.
Ricorda: il nostro cervello è una macchina raffinata, è progettato per regalarti emozioni positive come ricompensa ad ogni passo che compi verso un obbiettivo!
Provare per credere, alla prossima.
Raffaele Rossi
Coach professionista
Asgard coaching founder