Dolore alla spalla | Cosa fare e a chi rivolgersi

dolore spalla infiammata

Scordiamoci la ginnastica dolce, i massaggi, i trattamenti passivi, ecc. La spalla va allenata. Lasciamo la parola al fisioterapista Dott. Massimo Coretti del Settore Rehab di Focus Training per toglierci ogni dubbio.

La spalla

croce e delizia di ogni terapista, trainer e atleta. Perché è così speciale e interessante questa articolazione?

A mio avviso ci sono tre cose da capire prima di tutto:

PRIMO: non è una singola articolazione, ma è un armonioso complesso multiarticolare, ed ogni sua parte è co-dipendente nel movimento.

SECONDO: è un sistema che può passare da una condizione di alta stabilità, a quella di massima mobilità in maniera praticamente istantanea e totale.

TERZO: la maggior parte dei tessuti che la compongono non sono solo ossei e muscolari, c’è un meravigliosa architettura di tendini, legamenti e connettivo , che svolgono molte funzioni diverse in base al posizionamento e alla richiesta motoria.

Illustrazione anatomica spalla

Perché mai una così bella struttura dovrebbe far male? E soprattutto: da dove scaturisce il dolore?

Essendo allo stesso tempo mobile e stabile, l’equilibrio di questo sistema è sempre molto fine. Viene influenzata da moltissimi distretti con i quali è direttamente o indirettamente collegata, e il suo movimento è intimamente connesso con la funzione dei muscoli respiratori e stabilizzatori della colonna.

Si dà per scontato che il dolore alla spalla derivi sempre da un reale danno o lesione dei tessuti (e spesso, soprattutto nei dolori cronici, si trovano lesioni rilevate con la diagnostica strumentale).

Ma il fatto che ci siano delle lesioni (che spesso sono solo adattamenti della struttura alla richiesta funzionale ripetuta) NON È AUTOMATICAMENTE CORRELATO AL SINTOMO!

LESIONE NON È UGUALE A DOLORE E DOLORE NON SIGNIFICA LESIONE!

Oltre alla letteratura scientifica, questa convinzione ci deriva dalla nostra esperienza clinica.

E quindi? Cosa fare, da chi andare? Ascolto il trainer? Vado dal terapista? Continuo ad allenarmi o riposo? Ghiaccio o calore? Farmaci?

1 – RISPETTARE IL DOLORE

Il dolore è un dono che il nostro corpo ci fa per autotutelarsi e va ascoltato e rispettato, quindi incaponirsi nell’ allenamento in ottica di rinforzare l’articolazione, senza una cognizione e un approfondita valutazione, è sempre la strada sbagliata!

Come d’altronde cercare in tutti i modi di diminuire il dolore con approcci farmacologici o rimedi fai da te per poter allenarsi a tutti i costi.

Sconsigliato è anche però evitare completamente l’approccio farmacologico, anche se prescritto dal medico, mantenendo il dolore acuto per molto tempo e rischiando una sensibilizzazione ad esso.

2 – AFFIDARSI AD UNO SPECIALISTA (ma quale?)

Ribadiamo i ruoli, in una condizione di dolore acuto, improvviso ed aspecifico, non derivante da traumi, interventi o condizioni degenerative di cui si è a conoscenza, non si può prescindere dalla visita MEDICO SPECIALISTICA, di un medico specializzato in SPALLA (ebbene si, esistono, perché la medicina moderna è sempre più mirata e settoriale, ed è importante al giorno d’ oggi capire quanto sia importante ricercare la specificità!)

Inquadrare clinicamente il sintomo, delineandone caratteristiche e diagnosticando possibili cause e condizioni patologiche di base, è fondamentale per scegliere un percorso di trattamento o allenamento che sia davvero specifico per ciò che sta succedendo.

E poi, nella pratica?

Una volta studiata clinicamente dal medico la situazione, viene inquadrata la condizione funzionale del soggetto, con un accurata valutazione da parte dei FisioterapistI e dei Trainer.

Ad esempio questo è ciò che avviene nel nostro SETTORE REHAB di Focus Training Studio

3 – Da lì in poi….. HARD WORK!

Scordiamoci la ginnastica dolce, i massaggi, i trattamenti solo passivi, arrivare in seduta in camicia e mocassini.

Come abbiamo detto la spalla è un armonioso complesso, e se un complesso non funziona bene, genera dolore o risulta limitato limitato, allora è necessario farlo lavorare per far migliorare il suo funzionamento, e questo può avvenire solo con il LAVORO ATTIVO.

Ciò che intendiamo per lavoro attivo qui da focus, è migliorare i seguenti parametri:

CONSAPEVOLEZZA

percezione e qualità della DINAMICA RESPIRATORIA  in relazione ai movimenti della spalla, eseguendo respirazioni specifiche e ritmiche associate a movimenti di esplorazione dello spazio e di richiesta motorie semplici della spalla.

Esercizi di consapevolezza

RITMO ARTICOLARE

Lavorare sul ritmo con cui le diverse articolazioni concorrono nel movimento finale è fondamentale. Con esercizi specifici di controllo motorio, si possono davvero ottenere risultati quasi miracolosi perché tangibili già dalla prima seduta!

Clicca su questo link per visitare un sito dove si mostrano vari esercizi riabilitativi per lavorare sul ritmo.

GESTIONE dei CARICHI e SEQUENZE MOTORIE COMPLESSE

Lavorare con i sovraccarichi spesso è fondamentale e insostituibile.

Sempre rispettando il dolore, è importante far provare alla spalla l’esperienza di dover controllare un peso nello spazio e gestire l’instabilità che ne deriva. Inoltre, lo stimolo è importantissimo per i tessuti, richiamando e attivando nella zona tutti i fattori chimici che servono a rimodellare la qualità della composizione tissutale.

Sono utili non solo i classici pesi, ma molti strumenti che per forme e carico, vanno a simulare molti oggetti della vita quotidiana o dello sport, come clubbel, kettlebel ecc.

I movimenti complessi sono importantissimi perché richiedono non solo un aumento di forza e un condizionamento dei tessuti, ma un aumento di parametri come la coordinazione tra arto superiore e inferiore e i relativi cingoli, oltre alla coordinazione del movimento degli occhi, della testa, del torace in relazione al compito che deve svolgere l’arto.

Esercizi per il controllo motorio.

Insomma, non basta far diventare più forte un articolazione, ma bisogno soprattutto fare diventare più competente tutto il sistema di cui fa parte !

A presto con nuovi interessanti, articoli.

Buon allenamento dal team FOCUS TRAINING

Dott. Massimo Coretti

Fisioterapista

Posturologo

Settore Rehab Focus Trainig Studio

Cosa fare in caso di contrattura muscolare?

contrattura muscolare

Hai una contrattura muscolare. Cosa fare? Esercizi, stretching, massaggi, anti-infiammatori e tutte le contromisure possibili sono realmente valide? Ce lo spiega il fisioterapista.


Sarà capitato anche a te: all’inizio, durante o a fine allenamento, o anche il giorno dopo. All’improvviso quel distretto, quella zona o quel singolo muscolo che si contrae e sembra non volersi rilassare mai più!.

Ma cosa avrà causato la tua contrattura muscolare? Troppo allenamento? Uno sforzo preciso ed eccessivo? Uno stress cronico? Possono essere tutte risposte esatte ma scervellarsi sulla causa non è sempre la cosa più utile nell’ immediato, il ragionamento sulle cause è sempre giusto lasciarlo alle figure medico-specialistiche.

E allora, cosa faccio nell’ immediato?

Partiamo da una premessa importantissima: il corpo usa i muscoli e la loro contrazione per gestire tutto ciò che succede all’interno e all’esterno. Quindi, se si presenta una contrattura muscolare, significa che il tuo sistema corpo, in quel preciso momento HA BISOGNO di quella contrattura!

Qualsiasi cosa abbia causato la contrattura, il tuo corpo ha come primo obiettivo preservarsi.

Quindi non arrabbiarti per ciò che è successo, probabilmente quella contrattura muscolare ti ha tutelato rispetto a ciò che poteva accadere.


Detto ciò, la prima cosa da fare è proprio STARE CALMI.

Non cercare subito in ogni modo di rilassare la parte (anche perché è assai più probabile peggiorare la situazione). Stare calmi, significa innanzitutto RILASSARE e GESTIRE la propria RESPIRAZIONE, concentrandosi sulla fase espiratoria, con l’obiettivo di ridurre lo stato generale della tensione corporea, migliorando e armonizzando molte funzioni.


EVITATE di voler allungare, comprimere o massaggiare a più non posso!

Come abbiamo già detto, dobbiamo rispettare il nostro corpo che ha ritenuto necessario creare quella tensione muscolare.

Spesso andando ad allungare finiremo solo per elongare sovramisura i distretti già liberi, senza sortire effetto sulla zona tesa. Comprimendo invece spesso si sente una sensazione di miglioramento dovuta alla reazione vascolare indotta dalla compressione, ma anche questo effetto è spesso effimero e la contrattura torna al primo movimento non fluido! 


La cosa migliore, dopo aver lavorato sul respiro, è quella di fornire al nostro corpo INFORMAZIONI coerenti e positive, attraverso il movimento possiamo infatti comunicare con il nostro sistema, facendogli sperimentare movimenti complessi e armonici:

  • COMPLESSI: compiere movimentazioni che prediligano l’uso di intere catene muscolari, senza punti di massima tensione, preferendo i movimenti circolari. (In questo modo il distretto teso, sarà solo un anello dell’intera catena che crea il movimento e tenderà a normalizzare il suo stato di contrazione avvicinandosi a quello dell’intera catena). Di seguito un video esplicativo:

  • ARMONICI: è fondamentale che i movimenti seguano un ritmo armonico, cioè FLUIDO (senza interruzioni o punti di massima tensione e di stretch mantenuto). Inoltre è molto importante che siano coerenti col respiro e che non creino punti di massima fissità o stabilizzazione focale. (I movimenti migliori sono quelli circolari rotazionali, che riescono a sviluppare al meglio le attivazioni muscolari e a tendere/detendere in maniera ottimale ogni fibra). Di seguito un video esplicativo.


Spesso se la contrattura è forte, anche solo eseguire le movimentazioni in piedi può richiedere una contrazione posturale di base troppo forte, in quei casi è ottimale eseguire le respirazioni e i movimenti direttamente a terra! 



Spero che questo articolo possa essere utile a molti e possa stimolare a conoscere meglio se stessi e il proprio corpo, scoprendo le proprie risorse di autotrattamento!


Dr. Massimo Coretti 

Fisioterapista

Posturologo 

Team Focus training Studio