Come aumentare la massa muscolare

Come aumentare la massa muscolare

Aumentare la massa muscolare è un obiettivo ambito da molti appassionati di fitness e sportivi. Per raggiungere questo traguardo, è essenziale adottare un approccio olistico che integri strategie di allenamento mirate con una nutrizione adeguata. Questo articolo si propone di esplorare i metodi più efficaci per incrementare la massa muscolare, ponendo l’accento tanto sugli aspetti legati all’allenamento quanto su quelli relativi all’alimentazione.

Allenamento per l’aumento della massa muscolare

L’allenamento rappresenta una componente fondamentale nel processo di ipertrofia muscolare. Tra i principi chiave da seguire, troviamo:

  • Allenamenti con i pesi: Essenziali per stimolare più gruppi muscolari contemporaneamente, esercizi come squat, stacchi da terra, panca piana e trazioni sono imprescindibili.
  • Progressione del carico: Aumentando gradualmente il peso sollevato durante gli esercizi si favorisce l’adattamento del corpo, portando a un incremento della forza e del volume dei muscoli.
  • Riposo tra le serie: Fondamentale per permettere ai muscoli il tempo necessario a riprendersi; in genere si raccomanda un intervallo da 1 a 3 minuti a seconda dell’intensità dell’esercizio.
  • Frequenza degli allenamenti: È cruciale evitare il sovrallenamento; idealmente ogni gruppo muscolare dovrebbe essere allenato 2-3 volte alla settimana.

Alimentazione per l’aumento della massa muscolare

Un’alimentazione corretta gioca un ruolo altrettanto vitale nell’appoggio alla crescita dei tessuti musculari:

  • Proteine: Elementi fondamentali dei nostri muscoli; assumerne in quantità adeguata (circa 1,6-2 grammi per kg di peso corporeo al giorno) è cruciale.
  • Carboidrati: Forniscono energia necessaria agli allenamenti intensivi e supportano la ripresa post-esercizio; preferire fonti sane come cereali integrali, frutta e verdura.
  • Grassi salutari: Contribuiscono alla produzione ormonale e al recupero; ottime fonti includono oli vegetali (come quello d’oliva), frutta secca e pesce grasso.
  • Idratazione: Mantenere il corpo idratato è essenziale non solo per le prestazioni atletiche ma anche per facilità i processi metabolici che promuovono la crescita della massa magra.

Suddividere l’apporto calorico giornaliero in più pasti equilibrati durante il giorno (da 3 a 5) può essere utile così da fornire costantemente al corpo i nutrienti necessari alla riparazione ed alla costruzione del tessuto muscolare. Inoltre, integratori come whey protein o creatina possono offrire supporto aggiuntivo nell’ambito di una dieta bilanciata ed un programma d’allenamento ben strutturato. Se poi vuoi un consiglio su cosa mangiare prima dell’allenamento puoi consultare questo nostro articolo:

Cosa mangiare prima dell’allenamento?

È importante ricordarsi che ogni individuo presenta caratteristiche fisiologiche diverse: ciò significa che potrebbero essere necessarie personalizzazioni nell’approccio all’allenamento ed alla nutrizione basate sulle proprie specifiche esigenze ed obiettivi. Incrementando strategicamente sia gli sforzi in palestra sia l’attenzione verso ciò che si mangia fuori da essa sarà possibile avvicinarsi progressivamente al traguardo dell’aumento della massa muscularerispettando assolutamente queste istruzioni

Quante volte allenarsi a settimana

Quante volte allenarsi a settimana?

La frequenza degli allenamenti settimanali è un tema ampiamente dibattuto nel mondo del fitness e della salute. La risposta a questa domanda non è univoca, poiché dipende da una serie di fattori quali gli obiettivi di allenamento, il tipo di morfotipo fisico, il livello di esperienza e altre variabili personali.

Obiettivi di allenamento

Gli obiettivi specifici possono influenzare notevolmente la frequenza degli allenamenti. Ad esempio, chi mira all’aumento della massa muscolare potrebbe beneficiare di 3-5 sessioni a settimana (Schoenfeld et al., 2016). Questo studio ha evidenziato come la frequenza possa essere modulata in base agli obiettivi: per l’ipertrofia, distribuire lo stesso volume settimanale su più sessioni può essere più efficace rispetto a concentrarlo in pochi workout.

Morfotipo fisico e livello d’allenamento

Il morfotipo fisico (ectomorfo, mesomorfo o endomorfo) può influenzare la capacità del corpo di recuperare e adattarsi agli stimoli dell’allenamento. Gli ectomorfi, caratterizzati da una struttura più snella e difficoltà nell’aumento del peso corporeo, potrebbero necessitare di meno frequenza ma con maggiore intensità per stimolare la crescita muscolare senza incorrere in sovrallenamento (Kreider et al., 1998). Al contrario, i mesomorfi e gli endomorfi potrebbero tollerare volumi e frequenze maggiori. Il livello d’esperienza è un altro fattore cruciale. I principianti possono ottenere significativi guadagni sia in termini di forza che ipertrofia con solamente 2-3 sessioni per gruppo muscolare alla settimana (Rhea et al., 2003), mentre atleti avanzati potrebbero necessitare una maggiore specificità e frequenza per continuare a progredire.

Variabili come l’età, lo stile di vita (incluso il sonno), la nutrizione e lo stress giocano un ruolo fondamentale nella determinazione della frequenza ottimale degli allenamenti. Un recupero insufficiente può portare a sovrallenamento ed effetti controproducenti sulla salute fisica ed emotiva. Non esiste una regola universale applicabile a tutti; ogni individuo dovrebbe considerare i propri obiettivi specifici, ascoltando il proprio corpo e adattando la propria routine in base ai feedback ricevuti durante il percorso. È consigliabile consultarsi con professionisti del fitness o medici sportivi per sviluppare un programma personalizzato che massimizzi i risultati minimizzando i rischi.

Carboidrati del riso

Carboidrati del riso: un ripasso veloce

I carboidrati rappresentano una delle principali fonti energetiche per il nostro organismo e sono presenti in molti alimenti che consumiamo quotidianamente. Tuttavia, non tutti i carboidrati sono uguali, e comprendere le loro differenze è fondamentale per chi segue diete specifiche, soprattutto per chi si allena con l’obiettivo di ridurre la massa grassa e aumentare quella magra. La comprensione delle varie tipologie di carboidrati e del loro impatto sul nostro corpo è essenziale per ottimizzare la dieta in funzione degli obiettivi fitness.

Tipologie di carboidrati

I carboidrati si classificano principalmente in semplici e complessi. I primi, noti anche come zuccheri semplici, sono costituiti da una o due molecole di zucchero. Questa categoria include il glucosio, il fruttosio (lo zucchero della frutta) e il saccarosio (lo zucchero da tavola). Sono rapidamente assorbiti dall’organismo, provocando un’immediata ma breve energia ed un rapido aumento della glicemia.

Al contrario, i carboidrati complessi sono formati da catene più lunghe di molecole di zucchero e includono gli amidi e le fibre. Queste sostanze richiedono più tempo per essere digerite ed assorbite dall’organismo, fornendo così energia in modo più graduale senza causare picchi significativi nei livelli di zucchero nel sangue.

Il riso nel panorama dei carboidrati

Il riso è uno degli alimenti più consumati al mondo ed è una ricca fonte di carboidrati complessi. In particolare, la varietà integrale del riso contiene anche una buona quantità di fibre, vitamine del gruppo B e minerali come ferro e magnesio. La presenza delle fibre rallenta ulteriormente l’assorbimento dei carboidrati, favorendo un rilascio energetico costante ed evitando bruschi aumenti della glicemia.

Per chi si allena con l’intento di diminuire la massa grassa ed aumentare quella magra,il tipo di carboidrato consumato gioca un ruolo cruciale nella dieta. In questo contesto,il riso può essere considerato sia un alleato che un nemico a seconda della sua varietà.

Il riso bianco, avendo subito processazioni che ne rimuovono la crusca e il germe; ciò lo rende meno ricco dal punto vista nutritivo rispetto al suo corrispettivo integrale. Sebbene fornisca energia rapidamente disponibile – utile immediatamente prima o dopo l’esercizio fisico – può anche contribuire a picchi glicemici indesiderabili se consumato in altri momentaggi della giornata o in grandi quantità.

D’altra parte, il riso integrale con il suo contenuto fibroso favorisce la sazietà per periodi  lunghi ed evita sbalzi significativivi nella glicemia; caratteristiche desiderabili per chi mira alla riduzione del grasso corporeo mantenendo al contempo elevata l’energia necessaria agli allenamenti intensivi.

Quindi se vado in palestra cosa devo scegliere?

Siamo sempre allo stesso punto: qual è il tuo obiettivo? Se cerchi la ricomposizione (perdere grasso e mettere muscoli) allora in genere si consiglia il riso integrale, ma conta poco se non inserito in un programma calorico studiato da un nutrizionista sportivo.

Il nostro consiglio va oltre: non ti chiudere la mente. La variabilità è l’essenza di una dieta sana, che il riso sia bianco o integrale cambia poco. Sicuramente se hai sensazioni di appesantimento o vuoi controllare la glicemia e gli sbalzi di fame allora puoi prediligere il riso integrale. Ma se hai questi sbalzi di fame, non sarebbe meglio provare a rivolgersi ad un professionista della nutrizione?

Allenare i bicipiti a casa

Tra i gruppi muscolari che spesso si desidera migliorare vi sono i bicipiti, simbolo di forza e vigore. Tuttavia, non è raro imbattersi in una problematica piuttosto comune: lo sviluppo disomogeneo dei bicipiti, ovvero quando un braccio appare più grosso o definito dell’altro. In questo articolo, scopriremo come allenare efficacemente i bicipiti a casa, affrontando anche il problema della disomogeneità.

Allenarsi in casa con i manubri

Anzitutto ti consigliamo di acquistare un paio di manubri almeno se vuoi allenarti in casa. Si può anche fare qualcosina a corpo libero o con elastici o asciugamani, ma sappiamo che stai cercando l’ipertrofia e…per l’ipertrofia ci vuole il carico: mettitelo in testa.

Non staremo qui ad analizzare tutti i tipi di esercizi che puoi fare con i manubri per i bicipiti, puoi vederli direttamente da youtube oppure negli altri nostri articoli.

Qui ad esempio puoi trovarne uno con una scheda vera e propria per fare massa muscolare a corpo libero:

https://www.focustraining.it/massa-muscolare-a-corpo-libero-scheda-e-spiegazioni-tecniche/

Però, tornando ai nostri bicipiti, tieni conto che oltre alle variabili di serie e ripetizioni dovrai sicuramente allenare i tuoi bipiciti tenendo conto di 2 fattori:

  • la posizione del polso durante l’esercizio: esso può ruotare come nell’immaginario classico del curl, oppure rimanere bloccato in posizione supina oppure mantenere il palmo della mano verso il basso (presa prona o reverse curl) oppure tenere l’impugnatura martello (hammer grip). Ognuna di queste varianti cambierà i muscoli coinvolti.
  • La posizione del gomito rispetto al busto: puoi stare su una panca inclinata e mantenere i gomiti verso il basso creando una posizione del gomito retrocessa rispetto alla schiena, oppure al contrario puoi stare in piedi e tenere i gomiti “infilati” nell’addome creando l’effetto “panca scott”.

Se ti interessa particolarmente comprendere il ruolo dell’impugnatura negli esercizi ti consiglio di leggere questo nostro articolo:

https://www.focustraining.it/limportanza-della-presa-ruolo-dellimpugnatura-negli-esercizi/

Ad ogni modo queste variazioni sono l’essenza della tua crescita muscolare, insieme ovviamente alle variabili generiche note per tutti i distretti muscolari, ovvero:

  • carico
  • tempi di recupero
  • serie e ripetizioni

Ma ricorda che se sei un principiante dovrai comunque iniziare da un carico medio-basso e fare “volume”. Quindi il classico 3 serie da 10 ripetizioni, esecuzione controllata e 1’30” di recupero da eseguirsi per due diversi tipi di esercizi (nostro consiglia: inizia con un esercizio dove il polso ruota come nel curl in piedi, ed un esercizio di isolamento con hammer grip).

Per evitare o correggere la disparità tra i due bicipiti è assicurarsi che entrambi lavorino allo stesso modo durante l’allenamento. Questo significa prestare attenzione alla simmetria dei movimenti e all’intensità dell’esercizio su entrambi i lati. Gli esercizi unilaterali sono fondamentali per garantire che ciascun braccio lavori indipendentemente dall’altro, permettendo di concentrarsi sulla forma e sull’intensità dell’esercizio specificamente su ogni lato. Curl con manubri eseguiti singolarmente sono perfetti per questo scopo: mantieni il gomito vicino al corpo e solleva il peso fino alla spalla, poi abbassalo controllando il movimento.

Una tecnica scorretta può non solo portare a squilibri muscolari ma anche aumentare il rischio di infortuni. Assicurati che la tua schiena rimanga dritta durante gli esercizi e che il movimento sia guidato principalmente dal bicipite senza utilizzare l’impulso del corpo. (a meno che tu non voglia “sporcare” un pochino l’esercizio, ma questa è una eccezione che conferma la regola.)

Superamento dello squilibrio muscolare

Non limitarti a un solo tipo di curl o esercizio per bicipiti; variarli aiuta a stimolare i muscoli sotto diverse angolazioni e intensità, promuovendo uno sviluppo equilibrato. Se noti uno squilibrio significativo tra i due bicipiti, inizia le tue sessioni di allenamento con il braccio più debole e realizza un set extra solo per quel lato. Questo approccio incrementale può aiutare nel tempo ad armonizzare la dimensione e la forza tra i due lati.

Inoltre, valuta attentamente la quantità di ripetizioni e il peso utilizzatootrebbe essere utile ridurre leggermente il carico sul braccio più forte, fino a quando non si raggiunge una maggiore simmetria.

Infine ricorda che la pazienza è fondamentale: correggere uno squilibrio muscolare richiede tempo ed impegno costante nell’esecuzione corretta degli esercizi proposti.

Allenarsi a casa offre flessibilità ed autonomia nel proprio regime fitness ma richiede dedizione particolare verso la forma fisica ed equilibrio muscolare generale. Seguendo questi consigli potrai avvicinarti all’obiettivo di avere bicipiti ben sviluppati ed equilibrati direttamente dal comfort della tua abitazione.

Allenamento con i Pesi a Casa: Esercizi, Benefici e Consigli Pratici

allenamento con i pesi a casa

L’allenamento con i pesi è una pratica versatile e accessibile che offre una miriade di benefici per la salute fisica e mentale. Questo articolo si propone di esplorare in dettaglio i vantaggi scientificamente provati dell’allenamento con i pesi, fornendo una guida completa e pratici consigli per un allenamento con i pesi efficace anche a casa.

Perché Scegliere l’Allenamento con i Pesi?

L’allenamento con i pesi, spesso sottovalutato, è in realtà una delle forme di esercizio più efficaci per migliorare la forza muscolare, la resistenza e la salute generale. Contrariamente ai miti diffusi, la ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato i suoi benefici per la salute muscolo-scheletrica, cardiovascolare e mentale. 

Ecco perché dovresti considerare l’allenamento con i pesi come parte integrante della tua routine di fitness:

Benefici dell’Allenamento con i Pesi

  • Dimagrimento e Tonificazione Muscolare: Gli esercizi con i pesi non solo aiutano a bruciare calorie durante l’allenamento, ma anche dopo, grazie all’aumento del metabolismo a riposo. Questo porta a una maggiore perdita di grasso corporeo e ad un corpo più tonico e definito.
  • Miglioramento della Salute Cardiovascolare: Oltre ad aumentare la forza muscolare, l’allenamento con i pesi può migliorare il profilo lipidico e ridurre la pressione arteriosa, riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari.
  • Controllo del Peso e Riduzione del Rischio di Obesità: Un programma regolare di allenamento con i pesi può aiutare a mantenere un peso corporeo sano, riducendo il rischio di obesità e le sue complicanze associate, come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiache.
  • Prevenzione e Controllo del Diabete di Tipo 2: Gli esercizi con i pesi migliorano l’assorbimento del glucosio e la sensibilità all’insulina, aiutando così a prevenire e controllare il diabete di tipo 2.
  • Miglioramento della Postura e Riduzione dei Dolori Muscolo-Scheletrici: Rinforzare i muscoli attraverso l’allenamento con i pesi può correggere squilibri muscolari, migliorare la postura e ridurre il rischio di dolori muscolo-scheletrici, come mal di schiena e tensioni muscolari.
  • Benefici per la Salute Mentale: L’allenamento con i pesi non solo migliora l’aspetto fisico, ma anche quello mentale. Studi hanno dimostrato che l’esercizio regolare può ridurre lo stress, alleviare i sintomi della depressione e migliorare l’autostima e la qualità del sonno.
  • Incremento della Resistenza e della Funzionalità: L’allenamento con i pesi aumenta la forza muscolare e la resistenza, consentendo di svolgere le attività quotidiane con maggiore facilità e vitalità, riducendo il rischio di cadute negli anziani e migliorando la qualità della vita in generale.
esercizi con i pesi a casa

Esercizi con i Pesi a Casa

Una delle migliori cose dell’allenamento con i pesi è che può essere praticato comodamente anche a casa, con un minimo di attrezzatura.

Ecco alcuni esercizi efficaci che puoi includere nel tuo programma di allenamento con i pesi a casa:

  • Squat con Pesi: Ottimo per rafforzare glutei, quadricipiti e muscoli posteriori della coscia.
  • Affondi con Pesi: Ideali per lavorare su glutei, quadricipiti e muscoli dell’anca.
  • Sollevamento Pesi per le Braccia: Utilizza pesi leggeri per eseguire esercizi come i bicipiti curl e i tricipiti kickback per tonificare le braccia.
  • Crunch con Pesi: Aggiungi resistenza ai tradizionali crunch per un lavoro più intenso sugli addominali.
  • Sollevamento Pesi per le Spalle: Utilizza pesi leggeri o bottiglie d’acqua per eseguire esercizi come l’alzata laterale e l’alzata frontale per rafforzare le spalle.

Ma non finisce qui, sappiamo che a volte l’allenamento con i pesi può risultare difficile da gestire, ecco quindi dei consigli per un Allenamento con i Pesi efficace:

  • Varietà: Alterna esercizi per diversi gruppi muscolari per ottenere risultati ottimali e prevenire l’adattamento muscolare.
  • Progressione Graduale: Aumenta gradualmente il peso o il numero di ripetizioni per continuare a sfidare i muscoli e ottenere progressi.
  • Recupero Adeguato: Assicurati di dare ai tuoi muscoli il tempo necessario per riprendersi tra le sessioni di allenamento.
  • Riscaldamento e Sceso: Pratica sempre un riscaldamento dinamico prima dell’allenamento e un defaticamento alla fine per ridurre il rischio di infortuni.

Conclusione

In conclusione, l’allenamento con i pesi a casa è un’opportunità accessibile e altamente efficace per migliorare la forma fisica e la salute generale. Sfruttando i numerosi benefici scientificamente provati di questa pratica e seguendo una programmazione adeguata, è possibile raggiungere risultati significativi, indipendentemente dall’età o dal livello di forma fisica attuale. Investire nel proprio benessere attraverso l’allenamento con i pesi significa abbracciare uno stile di vita attivo, dinamico e pieno di energia.

Autore

Dott. Davide Crespi
Fisioterapista, OMPT

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Come perdere grasso localizzato?

Perdere grasso localizzato è proprio una delle tante richieste che di solito si fanno al proprio dietista.

“Ho il grasso proprio qui sulla pancia che non se ne va, come posso fare per toglierlo?”

Su Internet o sui vari social è sempre più diffuso un mondo di integratori, spacciati come salvavita, che cercano di venderti questo prodotto come la soluzione miracolosa che può andare a snellire quella parte del corpo che detesti.

Gli studi scientifici, però, parlano chiaro! Il dimagrimento localizzato non esiste!! 

Ma niente paura! Abbiamo detto che non esiste, ma non che il grasso localizzato è impossibile da togliere! Però vediamo più nel dettaglio come poter fare per andare a ritoccare quelle parti del corpo che non ci piacciono.

Tendenzialmente i punti critici sono “fissi“ sia per le donne che per gli uomini: le donne lottano perennemente contro i fianchi, mentre i maschi hanno a che fare con la fascia addominale. La scienza ancora non mette a disposizione delle formule e dei piani che stabiliscano come sciogliere solo il grasso in quelle parti del corpo che diventano per noi odiose. Però, allo stesso tempo, abbiamo a disposizione il potentissimo mezzo dell’alimentazione che ci permette di togliere il grasso in eccesso totale e, di conseguenza, andare ad intaccare anche quella parte che vogliamo eliminare! 

Ovviamente l’impostazione del piano deve essere stilata ad hoc e calcolata da persona a persona in modo tale da mantenere intatta la massa muscolare andando a togliere solo ed esclusivamente la massa grassa. In questo modo prenderemo le riserve di grasso come fonte di energia e, quindi, possiamo effettivamente togliere il grasso in eccesso e, di conseguenza, anche quello localizzato nelle varie parti del corpo.

Quindi da un dimagrimento totale arriviamo ad un dimagrimento localizzato che ci permette di ottenere i risultati tanto desiderati.

Anche l’allenamento è fondamentale per rassodare quella parte del corpo che “scopriamo“ per poter vedere un muscolo tonico.

Attenzione! Non stiamo dicendo che per dimagrire nella fascia addominale, dobbiamo fare gli addominali! Ma l’addome, essendo un muscolo, va allenato come tale in modo da renderlo tonico e ipertrofico perché, quando togliamo lo strato di adipe localizzato sopra la pancia, scopriamo la fascia muscolare che, se non ben allenata, risulterebbe poco visibile.

Abbiamo preso come esempio gli addominali, ma lo stesso discorso vale per le altre parti del corpo. Per quanto un’alimentazione ben calibrata possa far mantenere la quantità di muscolo, associare un allenamento personalizzato ha l’effetto di far “uscire“ il muscolo e renderlo più tonico.

Per concludere, quindi, non abbiamo delle diete o dei meccanismi che ci fanno dimagrire solo ed esclusivamente in una parte del corpo, ma impostare un dimagrimento con un’alimentazione e un allenamento mirati possono togliere il grasso in eccesso in tutto l’organismo, soprattutto nella parte più… “abbondante”.

dietista Dott. Daniele Miccinilli

Leggi anche gli altri articoli di Focus Training Studio.

Correre per dimagrire: funziona davvero?

Andare a correre per dimagrire. Hai progettato questa cosa un’infinità di volte, vero?

“Basta da lunedì dieta e corsa tutte le mattine”

Nella maggior parte dei casi questo progetto va a finire in un continuo rimandare, mentre una buona fetta di coloro che non hanno rimandato hanno comunque ottenuto scarsi risultati.

Dopo un giorno dolori alle articolazioni o magari dopo un mese di sacrifici pochissimi chili persi. Finendo così per sentirti più stanchi con dolori ovunque! Ma la cosa più devastante è che il risultato in termini di bilancia è quasi pari a zero.

Quindi dove sta il problema, perché qualcuno ci riesce e qualcun’ altro no?

Prima di rispondere alla domanda facciamo anzitutto una premessa sulla corsa come attività sportiva. Lavoro da anni come allenatrice e non posso non mettervi in guardia da un aspetto che spesso conduce da me persone che chiedono aiuto.

Correre è una delle attività fitness più popolari, forse perché facilmente gestibile e soprattutto low-cost, ma come tutte le discipline sportive non ci si improvvisa corridori.

Potresti anche sentirti pronto mentalmente ad affrontare questa bella sfida, ma i tuoi muscoli, le articolazioni, i legamenti, i tendini e tutti gli altri tessuti no. Non puoi svegliarti una mattina e decidere di diventare Usain Bolt!

Quindi sicuramente come tutte le discipline è assolutamente importante fare degli allenamenti specifici per preparare il corpo a fare qualcosa di cui non è a conoscenza e per questo un trainer potrebbe aiutarti a creare un protocollo specifico da utilizzare come riscaldamento; questo ti eviterà rischi e infortuni anche banali.

Ecco ad esempio un video che può aiutarti ad impostare un adeguato riscaldamento.

Ma andiamo alla questione dell’articolo: posso dimagrire correndo?

La risposta è assolutamente si, ma cosa intendiamo per dimagrimento?

Se il tuo obiettivo è quello di veder ridursi un numero sulla bilancia…. beh la corsa va più che bene, se segui una adeguata alimentazione il deficit calorico ti permetterà di ridurre il tuo peso. Ma se l’obiettivo è quello di modificare sostanzialmente la struttura del tuo corpo, in termini di ricomposizione corporea, allora non potrai fare affidamento solo alla corsa.

Risulterebbe molto più utile un allenamento con carichi, che modifichino la struttura delle tue masse corporee.

Se ti stai chiedendo cosa voglia dire “ricomposizione corporea” ecco una immagine che può spiegare più di mille parole:

Adesso vediamo insieme quanti tipi di corsa conosciamo e quali effetti hanno su chi li pratica:

  • Corsa base: si tratta di ciò che la maggior parte delle persone chiama corsa normale. Solitamente si svolge per una distanza non superiore ai 10 km e il ritmo è naturale;
  • Corsa lunga: si esegue allo stesso ritmo della corsa base ma su una distanza maggiore, di circa 15-20 km;
  • Corse a intervalli HIIT: corse brevi e intense, ripetute più volte con brevi pause intermedie;
  • Ripetizioni in salita: simili alle corse a intervalli ma svolte in salita;
  • Corse di recupero: corse lente eseguite dopo uno sforzo più impegnativo come le ripetizioni in salita;
  • Progression run: corsa che inizia lentamente e finisce a un ritmo più veloce. Allenano la resistenza e la velocità e riducono la fatica.

Tra le diverse varianti, la più indicata è la corsa ad alta intensità (HIIT), visto che eseguendola, l’organismo mette in atto processi fisiologici che consentono di continuare a bruciare calorie anche dopo aver finito di allenarsi.

I tipi di corsa ad alta intensità come quelli a intervalli e le ripetizioni in salita, possono continuare a farlo fino a 48 ore dopo l’allenamento perché utilizzano molti muscoli che, una volta a riposo, necessitano di tanta energia per recuperare. Questo processo si chiama effetto afterburn.

Inoltre, diverse ricerche hanno dimostrato come la corsa ad alta intensità possa ridurre la produzione di ormoni della fame e aumentare quelli della sazietà.

In conclusione:

Sicuramente correre è un’attiva che permette di consumare in relativamente poco tempo (ad esempio 1 ora) un buon quantitativo di calorie rispetto ad un’ora di allenamento con i pesi. Ma quanto grasso realmente hai consumato in una seduta di un’ora ?

Più l’attività fisica che svolgi diventa intensa e impegnativa più i grassi vengono preservati e i carboidrati utilizzati. Da qui nasce il mito del correre nell’allenamento aerobico della fascia lipolitica: più corri piano e più grassi consumi, quindi sembrerebbe meglio andare lentamente. Una persona che corre piano intorno al 70% del sua frequenza cardiaca massima (FCM) consuma in media 70% carboidrati, 30% grassi (QR): anche nel correre lentamente sono sempre gli zuccheri a prevalere.

Infatti se utilizziamo la formula di Arcelli vediamo che la corsa consuma grassi pari a: (kg x km)/20 = g di grasso consumati. Questi sono i grassi che bruci normalmente ogni chilometro. In base ai chilometri che corri e al tuo peso corporeo ottieni un numero che corrisponde alla spesa energetica: più pesi e più chilometri percorri più il dispendio energetico aumenta e viceversa.

Come vedi, nella formula non è contemplata la velocità: infatti, non è un parametro che influenza il numero di calorie bruciate. Che l’intensità sia alta o bassa, sono comunque i chilometri la variabile che conta e su cui basare il consumo calorico dell’attività sportiva.

In altre parole, la fatica che fai non è proporzionale al numero di energie bruciate! E così vale anche per la quantità di sudore.

Chiaramente, a parità di tempo più sei veloce e più riuscirai a percorrere un maggiore numero di chilometri, bruciando un quantitativo più alto di calorie.

Quindi

se il tuo obiettivo è quello di diminuire quel numerino che si trova sulla bilancia allora la corsa ad intervalli con il metodo  HIIT sarà una buona soluzione.

Ma se il tuo obiettivo è quello di cambiare la composizione del tuo corpo riducendo la massa grassa allora

sarà molto più efficace abbinare a questo tipo di corsa un’allenamento con sovraccarichi

in modo da assicurarti un miglioramento in termini non solo di peso, ma di struttura corporea.

Ti lascio qualche spunto spunto per allenarsi all’aperto senza attrezzi nel seguente link:

Programma per allenamento al parco senza attrezzi.

Dott.ssa Maria Farina, Personal Trainer. Istruttore Pilates e posturale, Tecnico F.i.p.e

Allenamento a casa senza attrezzi | Istruzioni per l’uso

allenamento a casa

Apro con una frase provocatoria:

Per un intervento chirurgico vi affidate ad un medico o vi operate da soli? E se dovete prendere dei farmaci, li scegliete su youtube o andate dal “dottore”?

Molto bene, vi dico che per l’allenamento la musica non cambia!

Affidatevi ad un addetto ai lavori, non vi improvvisate personal trainer di voi stessi, chiedete, incuriositevi, fatevi spiegare perchè dietro ad un movimento ci sono determinate dinamiche.

Bene, la filippica l’ho fatta quindi possiamo andare al sodo.

Dato il periodo molte persone si stanno avvicinando all’attività sportiva nei parchi dove almeno possiamo trovare un minimo di attrezzatura, oppure comodamente presso la propria abitazione.

Questa cosa è fantastica, ma è pur vero che in tanti si trovano spaesati perchè non sanno esattamente da dove cominciare.

Proviamo quindi ad esaminare insieme qualche aspetto importante per impostare un allenamento a casa senza attrezzi e scoprire tutto quello che ti serve sapere.

MOBILITA’

Non stiamo parlando delle celebri frasi tipo: “mi raccomando fai stretching che sennò ti fai male”

La mobilità è un pochino fraintesa, perché con essa non vogliamo allungare, ma esplorare!
Rappresenta una strada per ottenere informazioni e più ne abbiamo più il nostro sistema nervoso può risolvere i problemi che gli si presentano davanti.

Non c’è una ricetta per la mobilità.

Il mio consiglio è quello di muovere le principali articolazioni in varie direzioni e capire su quale strada ci sentiamo meno a nostro agio. Vi lascio qui sotto un video dove vi mostro vari tipi di esercizi di mobilità che potete fare tranquillamente da soli, per ogni esercizio eseguite dalle 5 alle 10 ripetizioni.

VARIAZIONI: abbiamo un’intera macchina a nostra disposizione, ovvero il nostro corpo e dobbiamo imparare a come muoverlo nel modo più efficacie e vario possibile.

Si tratta di una macchina complessa e in quanto tale non è abituata a fare sempre le stesse cose nello stesso modo.

Di conseguenza non esistono solo push up e squat o crunch, ne le  classiche schede 3 serie da 10 ripetizioni, e non esiste solo la corsa per il “cardio”.

Mixate, lavorate in asimmetria o monopodalico (concentrando il lavoro prevalentemente su un lato del vostro corpo) e scoprite i vostri punti deboli.

CONTROLLO MOTORIO E RISCALDAMENTO

Il riscaldamento deve essere sì qualcosa che ci predispone alla fase centrale del nostro allenamento, ma rientra a mio parere nella fase di esplorazione.

E’ il momento per sperimentare nuove skill (abilità) e tutte le progressioni che vi orbitano intorno!

Ecco a disposizione qualche piccolo esercizio che rappresentano il “riscaldamento” che faccio compiere ai miei allievi.
Ovviamente gli esercizi cambiano sempre a seconda delle giornate di allenamento e delle richieste della seduta, ma nel video che segue vi possono fornire un piccolo spunto sul quale ragionare e provare.
Potete tranquillamente eseguire 2 giri da 10 ripetizioni per ogni esercizio proposto

Non abbiate fretta nell’eseguire un riscaldamento, ma sfruttatelo per aumentare il controllo dei vostri movimenti ed esercizi.

Se volete trovare uno spunto per un piccolo allenamento a corpo libero consultate pure questo articolo che ho scritto precedentemente. Al suo interno troverete anche una lista di consigli utili da seguire.

Nota: se le trazioni (pull up) dovessero essere troppo impegnative, sostituiteli pure con un esercizio come il TRX ROW

TRX ROW video tutorial

Se volete acquistare un TRX ve ne consiglio uno buono in quanto a rapporto qualità prezzo:

DI seguito un altro piccolo allenamento da provare subito dopo le attivazioni viste in precedenza!
Buon allenamento

Ecco invece a seguire un altro tipo di circuito per chi ha un TRX a disposizione, nel video potete vedere gli esercizi nella forma più semplice ma sotto vi scrivo come applicare delle varianti avendo anche un peso a disposizione:

Gli esercizi sono:

  • Trx split jump (oppure lunge con salto con un peso in mano)
  • Push up (oppure create un deficit poggiando le mani su due rialzi separati)
  • Crunch
  • Squat jump (aggiungo un peso)
  • Trx row (se voglio aumentare eseguo una versione tabletop)

A livello di ripetizioni e di tempo ci possiamo sbizzarrire come meglio crediamo.
Possiamo impostare un numero di ripetizioni fisse a 10, oppure mettere enfasi sulla forza diminuendo le ripetizioni e aggiungendo il carico usato, oppure ancora decidere di eseguire il tutto tramite un tempo di lavoro e un tempo di recupero (esempio 30’’-15’’)…..
Spazio alla fantasia

Per altri spunti interessanti sull’ allenamento senza attrezzi cliccate su questo articolo.

Dott. Davide China
Specializzato in Riabilitazione e Recupero Funzionale
Personal & Small group Trainer

Dolore al ginocchio | Perché si manifesta e cosa fare

Dolore ginocchio

Tra le frasi più cercate su google: dolore al ginocchio interno? esterno? cosa fare? come alleviare? quale antinfiammatorio? tai chi (giuro anche questo)? perché?

Che argomento! Ci sarebbe da scrivere per giorni… ma non voglio annoiarvi con la solita sviolinata di anatomia funzionale, piena di termini che per i non addetti ai lavori suonano come aramaico antico.
Fastidio e dolore al ginocchio sono tra i sintomi più frequenti che i nostri pazienti lamentano quando arrivano in studio, quasi più frequenti del mal di schiena (da sempre al top della lista).


Il bello è che mentre per la schiena notiamo un trend maggiore in età avanzata, per le ginocchia sembra non esistere range di età (dai più piccoli agli adolescenti, fino agli anziani). Questo ci ha portato nel tempo a farci molte domande e a cercare risposte teoriche e pratiche per combattere questo problema che sembra quasi epidemico e sociale.


La cosa più importante da capire è che il ginocchio è un articolazione complessissima, con tante strutture diverse (per natura e funzioni) e che quindi correlare il dolore ad una specifica lesione non è facile, bisogna avere un occhio d’insieme. Inoltre può capitare che il dolore sia irradiato ma che provenga da altre zone. 


Con questo non sto dicendo che non sia importante studiare clinicamente con i relativi esami diagnostici, ma è molto importante, almeno per noi, comprendere come e quanto il dolore limiti l’espressione di movimento (segmentario della singola articolazione) e condizioni quindi la performance motoria globale della persona.


Il nostro approccio si base su tre fasi:

1- Gestione del dolore e mantenimento del range motorio e degli schemi motori di base:

in questa prima fase cerchiamo con tecniche riabilitative manuali, strumentali, con bendaggi

e soprattutto col MOVIMENTO, di ridurre il dolore percepito, di gestire il gonfiore e l’infiammazione, cercando di mantenere un arco di movimento più ampio possibile. Ma non basta, la cosa più importante da valutare e preservare sono quegli schemi di movimento di base come il ruotare, lo stare in piedi o seduto o il rotolare, con i quali potremmo perdere familiarità a causa delle limitazioni causate dal dolore e quindi degli adattamenti posturali dinamici che andremo a fare. Molto spesso, sono proprio schemi motori non funzionali (con relative articolazioni incapaci di svolgere a dovere il loro compito) che obbligano il ginocchio a fare molto più di quanto sia pronto a fare in quel momento.


2 – Aumento del potenziale motorio, lavoro sulla forza e sui tessuti

Attraverso il lavoro sugli schemi motori e la sperimentazione di sequenze coordinative e di ritmo articolare, si va via via a richiedere un impegno del sistema più profondo; è come se si andasse a costruire, o meglio svincolare, una capacità di movimento più consapevole e sicura.
È fondamentale iniziare il lavoro sulla Forza (ma non pensiamo semplicemente alla forza dei muscoli o del distretto, bensì la forza espressa dall’intero sistema in un movimento) come la spinta mentre lanciamo un oggetto pesante o nel saltare o nell’alzarsi. Tutto il range di movimento che abbiamo recuperato o mantenuto in prima fase è difficile che venga utilizzato nei movimenti se il sistema non ha una stabilità e forza tale da poter gestire quel grado di mobilità.
Lavorando su questi aspetti – coordinazione, ritmo articolare, forza in dinamiche globali (ovviamente con i giusti dosaggi) – cerchiamo di condizionare ed aiutare fisiologicamente i tessuti a migliorare sia dal punto di vista strutturale (e non è un processo né facile, né scontato, né veloce) sia dal punto di vista dinamico e fisiologico. Infatti insegnando al comprimere col giusto ritmo le ginocchia, ad estendere e cercare il carico, ad allungare ritmicamente i diversi comparti, otteniamo anche un miglioramento nelle dinamiche vascolari e di nutrimento dell’intera articolazione.

3 – Impatto a terra, contatto e instabilità.

Nell’ ultima fase (in cui consideriamo il dolore praticamente scomparso) ciò che più ci preme è rendere la persona pronta per sfruttare al massimo il suo ginocchio sia nella vita che nello sport! Cioè renderla capace di gestire imprevisti, cambi repentini di movimento o scelta motoria, instabilità e forti impatti a terra.

In questa fase la creatività la fa da padrone e si riesce a personalizzare al massimo ogni esercizio: si passa dall’aspecifico allo specifico in maniera molto divertente, si prediligono esercizi in cui si è impegnati visivamente o mentalmente nella risoluzione di una situazione mentre l’operatore può usare diversi strumenti per “colpire” e destabilizzare il soggetto. Fondamentale recuperare la capacità di atterrare e quindi impattare il piede e la gamba a terra, attivando (anzi meglio pre-attivando anticipatoriamente) tutto il sistema. 

Box Jump


Lo so, sembra un lavoro esagerato da fare per un semplice dolore al ginocchio che uno si porta dietro da tempo e magari ha anche imparato a conviverci (ogni tanto maledicendolo). Ma non siate duri con questo ginocchio, probabilmente sta solo facendo molto di più del suo dovuto, gestendo una situazione globale difficile, magari coprendo un’altra sua amica articolazione che è ancora più “scarsa” di lui.


Concludo dicendo che non tutte le ginocchia sono recuperabili (anche con protocolli così completi) molto spesso la mano di un bravo chirurgo è la via migliore, ma anche in quel caso, la maggior parte degli interventi terapeutici sopra citati, sia in fase pre-operatoria che post, possono davvero fare la differenza sulla qualità del risultato finale! 

Come sempre, l’unione fa la forza!

massimo coretti
Massimo Coretti


Dr. Coretti Massimo

Fisioterapista e posturologo 

Team Focus Trainig Studio

Dolore alla spalla | Cosa fare e a chi rivolgersi

dolore spalla infiammata

Scordiamoci la ginnastica dolce, i massaggi, i trattamenti passivi, ecc. La spalla va allenata. Lasciamo la parola al fisioterapista Dott. Massimo Coretti del Settore Rehab di Focus Training per toglierci ogni dubbio.

La spalla

croce e delizia di ogni terapista, trainer e atleta. Perché è così speciale e interessante questa articolazione?

A mio avviso ci sono tre cose da capire prima di tutto:

PRIMO: non è una singola articolazione, ma è un armonioso complesso multiarticolare, ed ogni sua parte è co-dipendente nel movimento.

SECONDO: è un sistema che può passare da una condizione di alta stabilità, a quella di massima mobilità in maniera praticamente istantanea e totale.

TERZO: la maggior parte dei tessuti che la compongono non sono solo ossei e muscolari, c’è un meravigliosa architettura di tendini, legamenti e connettivo , che svolgono molte funzioni diverse in base al posizionamento e alla richiesta motoria.

Illustrazione anatomica spalla

Perché mai una così bella struttura dovrebbe far male? E soprattutto: da dove scaturisce il dolore?

Essendo allo stesso tempo mobile e stabile, l’equilibrio di questo sistema è sempre molto fine. Viene influenzata da moltissimi distretti con i quali è direttamente o indirettamente collegata, e il suo movimento è intimamente connesso con la funzione dei muscoli respiratori e stabilizzatori della colonna.

Si dà per scontato che il dolore alla spalla derivi sempre da un reale danno o lesione dei tessuti (e spesso, soprattutto nei dolori cronici, si trovano lesioni rilevate con la diagnostica strumentale).

Ma il fatto che ci siano delle lesioni (che spesso sono solo adattamenti della struttura alla richiesta funzionale ripetuta) NON È AUTOMATICAMENTE CORRELATO AL SINTOMO!

LESIONE NON È UGUALE A DOLORE E DOLORE NON SIGNIFICA LESIONE!

Oltre alla letteratura scientifica, questa convinzione ci deriva dalla nostra esperienza clinica.

E quindi? Cosa fare, da chi andare? Ascolto il trainer? Vado dal terapista? Continuo ad allenarmi o riposo? Ghiaccio o calore? Farmaci?

1 – RISPETTARE IL DOLORE

Il dolore è un dono che il nostro corpo ci fa per autotutelarsi e va ascoltato e rispettato, quindi incaponirsi nell’ allenamento in ottica di rinforzare l’articolazione, senza una cognizione e un approfondita valutazione, è sempre la strada sbagliata!

Come d’altronde cercare in tutti i modi di diminuire il dolore con approcci farmacologici o rimedi fai da te per poter allenarsi a tutti i costi.

Sconsigliato è anche però evitare completamente l’approccio farmacologico, anche se prescritto dal medico, mantenendo il dolore acuto per molto tempo e rischiando una sensibilizzazione ad esso.

2 – AFFIDARSI AD UNO SPECIALISTA (ma quale?)

Ribadiamo i ruoli, in una condizione di dolore acuto, improvviso ed aspecifico, non derivante da traumi, interventi o condizioni degenerative di cui si è a conoscenza, non si può prescindere dalla visita MEDICO SPECIALISTICA, di un medico specializzato in SPALLA (ebbene si, esistono, perché la medicina moderna è sempre più mirata e settoriale, ed è importante al giorno d’ oggi capire quanto sia importante ricercare la specificità!)

Inquadrare clinicamente il sintomo, delineandone caratteristiche e diagnosticando possibili cause e condizioni patologiche di base, è fondamentale per scegliere un percorso di trattamento o allenamento che sia davvero specifico per ciò che sta succedendo.

E poi, nella pratica?

Una volta studiata clinicamente dal medico la situazione, viene inquadrata la condizione funzionale del soggetto, con un accurata valutazione da parte dei FisioterapistI e dei Trainer.

Ad esempio questo è ciò che avviene nel nostro SETTORE REHAB di Focus Training Studio

3 – Da lì in poi….. HARD WORK!

Scordiamoci la ginnastica dolce, i massaggi, i trattamenti solo passivi, arrivare in seduta in camicia e mocassini.

Come abbiamo detto la spalla è un armonioso complesso, e se un complesso non funziona bene, genera dolore o risulta limitato limitato, allora è necessario farlo lavorare per far migliorare il suo funzionamento, e questo può avvenire solo con il LAVORO ATTIVO.

Ciò che intendiamo per lavoro attivo qui da focus, è migliorare i seguenti parametri:

CONSAPEVOLEZZA

percezione e qualità della DINAMICA RESPIRATORIA  in relazione ai movimenti della spalla, eseguendo respirazioni specifiche e ritmiche associate a movimenti di esplorazione dello spazio e di richiesta motorie semplici della spalla.

Esercizi di consapevolezza

RITMO ARTICOLARE

Lavorare sul ritmo con cui le diverse articolazioni concorrono nel movimento finale è fondamentale. Con esercizi specifici di controllo motorio, si possono davvero ottenere risultati quasi miracolosi perché tangibili già dalla prima seduta!

Clicca su questo link per visitare un sito dove si mostrano vari esercizi riabilitativi per lavorare sul ritmo.

GESTIONE dei CARICHI e SEQUENZE MOTORIE COMPLESSE

Lavorare con i sovraccarichi spesso è fondamentale e insostituibile.

Sempre rispettando il dolore, è importante far provare alla spalla l’esperienza di dover controllare un peso nello spazio e gestire l’instabilità che ne deriva. Inoltre, lo stimolo è importantissimo per i tessuti, richiamando e attivando nella zona tutti i fattori chimici che servono a rimodellare la qualità della composizione tissutale.

Sono utili non solo i classici pesi, ma molti strumenti che per forme e carico, vanno a simulare molti oggetti della vita quotidiana o dello sport, come clubbel, kettlebel ecc.

I movimenti complessi sono importantissimi perché richiedono non solo un aumento di forza e un condizionamento dei tessuti, ma un aumento di parametri come la coordinazione tra arto superiore e inferiore e i relativi cingoli, oltre alla coordinazione del movimento degli occhi, della testa, del torace in relazione al compito che deve svolgere l’arto.

Esercizi per il controllo motorio.

Insomma, non basta far diventare più forte un articolazione, ma bisogno soprattutto fare diventare più competente tutto il sistema di cui fa parte !

A presto con nuovi interessanti, articoli.

Buon allenamento dal team FOCUS TRAINING

Dott. Massimo Coretti

Fisioterapista

Posturologo

Settore Rehab Focus Trainig Studio